lunedì 18 giugno 2018

Gesto, segno, forma, colore, spessore.

La pittura del passato e direi di sempre, si compone di questi quattro elementi che si fondono:
-gesto, cioè la forza e intensità del movimento dell'artista, il suo modo di usare gli strumenti
-segno, o tratto cioè il risultato visibile, molecolare diciamo, del gesto,
-forma, è un concetto che si riferisce al risultato del gesto, il contesto che assume il segno all'interno della creazione artistica,
-colore, cioè la pigmentazione dei vari segni e tratti, che portano a un risultato cromatico.
E' imprescindibile e impossibile, anche volendo, uscire da questi quattro elementi di una pittura,
anche se si fa uso di materiali a spessore, di additivi, colle, e oggetti, a meno che non si facciano mosaici, encausti, collages e altri usi di materiali, per i quali, spariscono ad esempio i segni o le forme dei segni.

E' quello che accade in molta pittura della pop art, che propriamente si realizza con mezzi serigrafici e di stampa elettronica e con l'arte concettuale e derivati, in cui i gesti tendono a sparire, sostituiti dal posizionamento sulla superficie rappresentativa di forme complessive che si riducono al minimo contenuto informativo.

Dove questi quattro elementi sono resi a pieno, è solo nella pittura oggettuale, in particolare nella neofigurazione (c'è sempre una neo qualcosa ad ogni quarto di secolo) e nella pittura post astratta, in particolare nell'astrazione di terza generazione, che comunque, mantiene ampi collegamenti e derivate dalla pittura astratta della prima generazione americana, quella iniziata a fine anni quaranta e primi cinquanta (fortunatamente qui non è stato coniato il termine scontato e odioso di neo astrazione, almeno che io sappia).

Fortune e miserie della post astrazione nel mondo occidentale.

Come l'astrazione della prima generazione è stata frantumata dopo dieci anni con l'avvento della pop art, è anche vero che già ai tempi dei primi astrattisti, si andava configurando una generazione immediatamente seguente, che rielaborava l'astrazione dei primi americani, con elementi di novità sia nelle forme che nei colori e nelle tecniche e materiali.
Si giunge poi alla generazione successiva, la terza, che è quella degli artisti che stiamo vedendo oggi nelle principali gallerie e solo show in america.
In America dico, perché la situazione in Europa è molto differente, infatti questi stessi artisti, con poche eccezioni, mentre in patria spopolano, con risultati d'asta anche molto elevati, qui in europa sembrano del tutto sprovvisti di appeal, oppure non trovano una cultura pronta a seguirli e coltivarli.
Eppure, come si spiega che ad esempio, Christopher Wool, che raggiunge risultati d'asta sui grandi lavori dalla metà degli anni novanta, sempre tra il milione di dollari a salire, si faccia fatica a trovarlo in gallerie e in aste qui in Europa?
E' un problema di Wool? dei suoi galleristi e mercanti, che non lo rappresentano e promuovono bene qui dalle nostre parti? Non credo.
Intanto, l'abbiamo già detto, l'astrattismo è spesso fatto su grandi formati, sopra i tre-quattro metri quadri, poi non è una pittura ruffiana, non si fa capire a colpo d'occhio, occorre studio e preparazione in chi la esegue e in chi la recepisce, mentre la pop è di immediata e facile comprensione, almeno nelle sue linee essenziali.
Questo è un problema maggiormente qui in Europa, dove abbiamo un passato di pittura oggettuale molto glorioso e lungo, meno in Oriente, dove l'astrazione è un fatto molto pervasivo nelle arti visive.
E infine, per motivi storici, anche se molto più brevi, l'astrazione in america gode di un lungo percorso che inizia e si ufficializza con il modernismo, subito dopo la crisi del '29, giungendo credo nel 1934 alla creazione dell'associazione nazionale dei pittori Astratti, la trovate su Internet, basta cercare e vedete tutto.
Poi, sappiamo che in quel momento, arrivano i programmi di incentivo e sostegno alle arti e la corrente modernista che cattura di più è quella dei primi astrattisti, che si rifacevano agli Europei, fino poi a smarcarsi e a crearsi una linea propria americana  fine guerra.

Per ritornare al tema dei quattro elementi della pittura astratta in particolare, direi che sono tutti presenti in tutti gli artisti che la praticano oggi ad alto livello, pur nella diversificazione dei materiali usati e delle tecniche. Non cambia se si usano ad esempio stampe su pannelli che poi sono lavorati e assemblati come ad esempio nel caso di Wool.

Che dire, si resta francamente spiazzati nel vedere che le gallerie italiche e francesi sono totalmente prive dei migliori talenti astrattisti e informali di terza generazione e continuano a proporre o nomi del secolo scorso, oppure artisti che eseguono lavori minimal e conceptual art, sempre assieme a nuova figurazione e pop art.
Ecco che le gallerie e gli show sono pieni di lavori privi di almeno uno dei quattro elementi sopra descritti, proprio perché si vuole deliberatamente eliminare le referenze e i collegamenti con la pittura, almeno quella fatta con colori, pennelli e spatole.

E allora? Che c'entra questo con Wool e l'astrazione di terza generazione e i quattro elementi?
Resta da spiegare perché qui in Europa, si facciano da almeno 50 anni, nelle principali eventi, vedi Biennale, una scorpacciata di strani mostri, sculture bizzarre, il perseguire la volontà di provocare a tutti i costi ed elevare all'ennesima potenza lo strano, il mostruoso, il brutto a tutti i costi.

Poi sorprende qualcuno che molta della gente che passa per la famigerata Biennale, finisce nel dimenticatoio un giorno dopo la fine della medesima?
E' mai stato Wool alla Biennale? Perché una tela di 3x2 metri di Woll vale non meno di ottocento-un milione di dollari? Quanto può valere una delle gustose opere di Pizzi Cannella? (e lo metto come esempio di buon gusto e signorilità, ma sempre nella prevalenza dell'elemento intellettuale sulla esplicazione del talento e forza bruta che altri artisti tirano fuori, con poco ammaestramento ma molte prove e riprove). Poveri artisti della CoBra, se oggi si proponessero, altro che nei musei finirebbero, non servirebbero nemmeno ad accendere il fuoco, le loro tele.
Ma si sa, i tempi sono cambiati: restano queste strane discrepanze, questi Wool che qui da noi manco sappiamo chi sono e che forse non saranno mai alla Biennale. Eppure in Germania io l'ho visto Wool, e aveva 4 o 5 opere molto grandi e da brivido, per chi non si ferma al primo sguardo.