Sbattere il mostro in prima pagina è il lavoro del giornalista, ma
scrivere un vero romanzo, dotato di tutti i suoi crismi e definizioni tipiche, è un fatto differente, che richiede una persona che sente, vede e vive in un mondo che è quello comune, ma con aspetti alieni in qualche modo.
scrivere un vero romanzo, dotato di tutti i suoi crismi e definizioni tipiche, è un fatto differente, che richiede una persona che sente, vede e vive in un mondo che è quello comune, ma con aspetti alieni in qualche modo.
L'arte è legata ad una poetica, se vedete una creazione artistica priva di qualche accenno poetico, ma che si rifà allo - Sbatti il mostro in prima pagina -, sapete che siete al cospetto di un fare che richiama l'arte ma che non raggiunge il pieno livello di operta d'arte.
Appendere a dei cappi delle riproduzioni realistiche di bambinni a un albero piantato in una piazza affollata o roba simile, e vi garantisco che nel mondo di questa arte trash ce n'è a volontà, è un tipico sbattere il mostro in p. pagina, vale a dire, si colpisce con un pugno o con un urlo lo stomaco del tassista che passa per la strada, ma non si arricchisce l'umanità di una visione del mondo differente.
Io ricordo, si mi ricordo... che negli anni settanta, quando ero un giovane post adolescente, vidi un anziano artista, che decorò, diciamo così, gli alberi di arancio selvatici di una strada di Lucca, con delle bamboline di varia dimensione, prevalentemente senza gli abitini, alcune senza braccia o gambe, altre senza la testa o con gli occhi uno chiuso e l'altro aperto, cioè come le aveva raccolte dal robivecchi. Ricordo che ne ricavai l'impressione di un sentimento, uno stato d'animo che non era un pugno allo stomaco, ma che mi sollecitò domande e sentimenti che ricordo ancora oggi, come ieri,
Ricordo che a fine settanta, c'era chi ritagliava su cartoni da imballo, delle sagome e le crivellava di colpi di punteruolo, le schizzava di vernice rossa e le appendeva agli alberi della strada, creando una performance di notevole effetto.
Come vedete, non abbiamo bisogno dei Cattelan e dei tanti trash artists odierni.... Li abbiamo o già visti, oppure sono già esistiti in forma poetica e minimalista.


Un altro esempio, la Young British Artists Generation, con i ben noti e super vezzeggiati ammiragli, tipo Marc Quinn. La cifra di questi geni della multimedialità, si colloca nella quantità di tecniche e materie utilizzate, quasi sempre con un progetto che sviluppano al computer, spesso utilizzando il famigerato e ben noto a tutti noi, Scanner 3D
(molti grandi, sic! architetti scannerizzano della carta stagnola spiegazzata e ne ricavano il progetto, giuro, basta chiedere in giro), con il quale l'idea, ecco il genio, viene poi elaborata nei modi che si vuole, per poi passarla al laboratorio scultoreo o alla grande stamperia artistica specializzata, che potrà fornire copie molto grandi, tramite stampanti dotate di centinaia di ugelli di stampa, come veder fare un tessuto con le macchine tessili (sono dei plotter costosissimi e che pochi centri al mondo possiedono).
Ne ho visto uno in Belgio, una roba tremenda, con ogni microarea del supporto, riempita con getti di inchiostro comandati dal PC. Stampano quasi su tutto, stoffa, tela, carta, cartone, plexiglas e Pvc e altra robaccia plastica.
Per non parlare delle stampanti Laser, non quelle che avete voi a casa, parlo di macchine che intagliano una superficie metallica creando una immagine in rilievo, quanto si vuole, ripetendo più volte l'operazione. Ovvio che occorre utilizzare metalli dolci, magari delle belle lastre di oro ma l'effetto è di grande precisione, per quanto realizzabile da chiunque e per conto di chiunque: occorre però l'idea geniale, capite? altrimenti si fanno dei bei ritrattini su lastre di oro e altro, ma senza poesia e singolarità.
Ecco che si può spaziare dal concettuale al minimalismo, dal soggettivismo con tinte tipo Pollock per dare infine un inchino alla sempre apprezzata pop. Ecco le mega sculture di cacchiate, che sono ormai un espediente tipico di chi non ha che idee stereotipate: sappiamo bene che se si riprende ad esempio con una footo l'interno di un padiglione auricolare, a grandezza naturale non fa alcun effetto, mentre diventa bizzarro e scioccante se lo riproduciamo in 3D con una grandezza di 20 o perché no, magari di 50 volte, poi lo imbarchiamo su un Boeing e lo installiamo a Venezia, con l'acclamazione del solito noto critico d'arte. Ecco che su di me si levano gli sguardi di ammirazione, il genio che ha fatto costruire con calchi, da un noto laboratorio e fonderia, un bell'orecchione tagliato, con i peli interni grandi quanto manici di scopa, tutto con estremo realismo, come da foto scannerizzata su PC.
Ecco che assieme ai critici e galleristi, arriva la folla dei festanti, che con un gelato in mano e un pacchetto di popcorn, si divertono a farsi fotografare con le mani dentro al padiglione auricolare, dopo aver pagato il loro biglietto di 20 euri, che diamine!
Tutto è possibile, basta che il genio, magari con non più di 33 anni o massimo 38, abbia l'accensione della lampadina e tutto poi si realizza, senza badare a costi, mezzi e materiali: si può utilizzare carta e stracci, oppure polvere di diamanti e microsfere di platino, tanto poi qualcuno pagherà materiali e mano d'opera, spesso già a livelli di decine di migliaia di euri.
Ecco che i tirapiedi pagati da grandi gruppi finanziari arrivano a farsi vedere, pronti a suggerire ai loro capi che si può fare acquisti, sempre se lo Sceicco pieno di miliardi di dollari, lo permetterà. Allora, quel pezzo unico di padiglione auricolare, ricoperto magari di polvere d'oro e diamante, sarà venduto dal mercante che rappresenta il genio, a 2-4 milioni di dollari, e collocato nel museo collezione della Corporation, o nel giardino del Palazzo dello Sceicco, con tanto di servizi fotografici annessi e connnessi sui grandi media....
Sotto, una cag..ta pazzesca, voglio dire, una genialata pazzesca del Marc Quinn, che sotto la supervisione del Celant, ha mostrato chi è a tutta Venezia. La prossima opera sarà il calco del pelo del sedere di Mao Tse-tung, ingrandita 1500 volte, realizzata in fusione di oro, platino e diamanti, da far pendolare sul Campanile di San Marco: un colpo di genio, l'ennesimo... Ma vaffa!

(molti grandi, sic! architetti scannerizzano della carta stagnola spiegazzata e ne ricavano il progetto, giuro, basta chiedere in giro), con il quale l'idea, ecco il genio, viene poi elaborata nei modi che si vuole, per poi passarla al laboratorio scultoreo o alla grande stamperia artistica specializzata, che potrà fornire copie molto grandi, tramite stampanti dotate di centinaia di ugelli di stampa, come veder fare un tessuto con le macchine tessili (sono dei plotter costosissimi e che pochi centri al mondo possiedono).
Ne ho visto uno in Belgio, una roba tremenda, con ogni microarea del supporto, riempita con getti di inchiostro comandati dal PC. Stampano quasi su tutto, stoffa, tela, carta, cartone, plexiglas e Pvc e altra robaccia plastica.
Per non parlare delle stampanti Laser, non quelle che avete voi a casa, parlo di macchine che intagliano una superficie metallica creando una immagine in rilievo, quanto si vuole, ripetendo più volte l'operazione. Ovvio che occorre utilizzare metalli dolci, magari delle belle lastre di oro ma l'effetto è di grande precisione, per quanto realizzabile da chiunque e per conto di chiunque: occorre però l'idea geniale, capite? altrimenti si fanno dei bei ritrattini su lastre di oro e altro, ma senza poesia e singolarità.
Ecco che si può spaziare dal concettuale al minimalismo, dal soggettivismo con tinte tipo Pollock per dare infine un inchino alla sempre apprezzata pop. Ecco le mega sculture di cacchiate, che sono ormai un espediente tipico di chi non ha che idee stereotipate: sappiamo bene che se si riprende ad esempio con una footo l'interno di un padiglione auricolare, a grandezza naturale non fa alcun effetto, mentre diventa bizzarro e scioccante se lo riproduciamo in 3D con una grandezza di 20 o perché no, magari di 50 volte, poi lo imbarchiamo su un Boeing e lo installiamo a Venezia, con l'acclamazione del solito noto critico d'arte. Ecco che su di me si levano gli sguardi di ammirazione, il genio che ha fatto costruire con calchi, da un noto laboratorio e fonderia, un bell'orecchione tagliato, con i peli interni grandi quanto manici di scopa, tutto con estremo realismo, come da foto scannerizzata su PC.
Ecco che assieme ai critici e galleristi, arriva la folla dei festanti, che con un gelato in mano e un pacchetto di popcorn, si divertono a farsi fotografare con le mani dentro al padiglione auricolare, dopo aver pagato il loro biglietto di 20 euri, che diamine!
Tutto è possibile, basta che il genio, magari con non più di 33 anni o massimo 38, abbia l'accensione della lampadina e tutto poi si realizza, senza badare a costi, mezzi e materiali: si può utilizzare carta e stracci, oppure polvere di diamanti e microsfere di platino, tanto poi qualcuno pagherà materiali e mano d'opera, spesso già a livelli di decine di migliaia di euri.
Ecco che i tirapiedi pagati da grandi gruppi finanziari arrivano a farsi vedere, pronti a suggerire ai loro capi che si può fare acquisti, sempre se lo Sceicco pieno di miliardi di dollari, lo permetterà. Allora, quel pezzo unico di padiglione auricolare, ricoperto magari di polvere d'oro e diamante, sarà venduto dal mercante che rappresenta il genio, a 2-4 milioni di dollari, e collocato nel museo collezione della Corporation, o nel giardino del Palazzo dello Sceicco, con tanto di servizi fotografici annessi e connnessi sui grandi media....
Sotto, una cag..ta pazzesca, voglio dire, una genialata pazzesca del Marc Quinn, che sotto la supervisione del Celant, ha mostrato chi è a tutta Venezia. La prossima opera sarà il calco del pelo del sedere di Mao Tse-tung, ingrandita 1500 volte, realizzata in fusione di oro, platino e diamanti, da far pendolare sul Campanile di San Marco: un colpo di genio, l'ennesimo... Ma vaffa!

Alla proxima.