Una signora, la solita moglie cinquantenne del sor avvocato, mi chiede cosa ne penso se aprire una sua galleria d'arte
in città (Versilia).
in città (Versilia).
Guarda, ti dico: a parte che tra Forte e Pietrasanta ci sono almeno una decina di gallerie vere, aperte tutto l'anno, che già mi chiedo come fanno a stare aperte,
dato che sono buchetti di 50 metri quadri, dove al massimo ci stanno una decina di quadri.
Ma proprio non hai di meglio per passare il tempo, che so, magari organizzando delle serate a tema, dove invitare degli artisti e farli parlare del loro lavoro e di altri aspetti del fare arte. Puoi chiedere una bella sala riscaldata al comune, che sicuramente te la metterà a disposizione (forse), dal momento che sai bene che parlare di arte e cultura entra nella sfera di controllo sociale e della politica, perché attiene a modelli e schemi di pensiero che spesso, nel caso degli artisti, sono assai singolari se non rivoluzionari in sé.
Puoi cercare di farlo tramite il Rotary o il Layons, perché queste associazioni possono permettersi locali e persone interessate, almeno credo.
Ma la galleria si risolverebbe in una perdita di tempo comunque vada.
Intere giornate seduta su una sedia senza vedere nessuno, con qualche telefonata amica, per passare il tempo.
Credimi, intermediare la vendita di quadri non è una roba facile, perché o disponi di mezzi in grado di creare una organizzazione grande, affiliata con altre realtà internazionali, oppure puoi metterti a vendere le copie e i quadretti delle madonne e dei vasi di fiori in televisione, perché basta vedere quei poveri cristi che si affannano in televisione e li conosciamo bene, per vedere quanto sono sputtanati, vendendo e proponendo sempre gli stessi nomi e con i soliti aggettivi iper magnificanti ormai svalutati e screditati se non anche sputtanati da tempo.
Un vero gallerista oggi è un imprenditore che deve disporre di milioni di euro da investire in locali, promozioni, show e fiere, promuovendo i suoi artisti e in qualche modo dando loro un valore di mercato in relazione all'investimento realizzato.
Far girare per il mondo una decina di artisti, portandoli nei principali centri per il commercio di arte contemporanea, implica spendere centinaia di migliaia di euro in attesa di avere un ritorno futuro. Significa puntare su dei cavalli e attendere che dopo averli allenati, vincano le gare, capisci.
Altrimenti devi comprare i soliti Schifano, e compagnia cantante, pagarli 10 e contare di rivenderli a 18 o 20. Una roba da bottegaio, più che da mercante ed intenditore di arte contemporanea.
Basta vedere alcune aste locali, dove quadri dei soliti noti sono aggiudicati alla metà dei prezzi proposti dai soliti volti televisivi.
Per contro, ti assicuro che a Los Angeles, per dire, che conosco bene, ci sono almeno una ventina di nomi veramente interessanti, che vendono a prezzi tra le 20 e 40 mila dollari roba di 2x 2 metri a pezzo, che i vari teleimbonitori della settimana non venderanno mai: perché? Perché dovrebbero acquistarli a loro volta a prezzi di 20.30 mila dollari e a chi li vendono poi?
E ti garantisco che se si gira un poco il mondo, si possono acquisire con un centomila dollari, un bel numero di pezzi validi per mettere su veramente una buona galleria, a patto poi che si disponga di altre centinaia di migliaia di dollari per la promozione e le mostre.
Los Angeles e S Francisco sono due realtà totalmente differenti in confronto a New York, dove le gallerie sono vere e proprie industri. A LA con poche migliaia di dollari puoi metter su una galleria che si basa su tenere le porte aperte ad un certo tipo di artisti, divenendo uno dei loro punti di aggregazione e riferimento, e dove puoi veramente fare business e divertirti.
A NY invece devi disporre di venti o 50 volte tanto in termini di soldi per tenere dietro ad un business valido, in grado di competere (si proprio competere) con le altre gallerie.
Vuoi ancora metter su un localino con la scritta galleria d'arte, in Versilia? Per vendere e proporre quali artisti, ammesso che ce ne siano di liberi e validi e a chi? e con quali mezzi li proponi, andando a fare il giro degli assessorati alla cultura di comuni e province, come fanno alcune gentili e intraprendenti signore e signorine di mia conoscenza?
Pensa che a parte te e poche altre persone, io non ho mai pensato di vendere i miei quadri in Italia; ho trovato più facile prendere un aereo e portarmi dietro una cinquantina di tele, poi sbarcato a LA le ho fatte sistemare, ho trovato uno spazio a pagamento e assieme ad altri amici già conosciuti, in un paio di mesi sono ritornato a casa con meno della metà delle tele. Da noi le avrei ancora tutte avvolte sui pali di cartone appesi alle pareti.
Non si tratta di sfiducia, semplicemente la possibilità di vendere quadri a LA è di almeno 10 volte superiore a quella che troviamo a Roma o a Milano. Tutto qui.
Pensa che a parte te e poche altre persone, io non ho mai pensato di vendere i miei quadri in Italia; ho trovato più facile prendere un aereo e portarmi dietro una cinquantina di tele, poi sbarcato a LA le ho fatte sistemare, ho trovato uno spazio a pagamento e assieme ad altri amici già conosciuti, in un paio di mesi sono ritornato a casa con meno della metà delle tele. Da noi le avrei ancora tutte avvolte sui pali di cartone appesi alle pareti.
Non si tratta di sfiducia, semplicemente la possibilità di vendere quadri a LA è di almeno 10 volte superiore a quella che troviamo a Roma o a Milano. Tutto qui.