lunedì 29 febbraio 2016

Florence, biennale beni culturali: Gli Uffizi sono una macchina da soldi se riusciamo a gestirli bene. M.Renzi

Ecco, questo è quello che nel 2012 il sindaco di Firenze pensa dell'arte e degli artisti, nonché dei beni culturali. E' un noto pensiero condiviso da un crescente numero di persone, anche sulla spinta di una
corsa alle laure brevi e specializzazioni varie in economia e finanza legata la mondo del lusso, moda e purtroppo dell'arte. In questa ottica, l'artista è ridotto al ruolo di un produttore in primis di idee.
Si considera il mercato dell'arte come un fatto da rapportare alla teoria generale del mercato, con sue caratteristiche, cercando di delegare la definizione dei ruoli dei vari personaggi che si muovono sulla scena, come dei soggetti tipicizzati, le solite riduzioni cui siamo abituati sentire nelle descrizioni economiche. 
Purtroppo, questa visione, non conosce la psicologia, le neuroscienze, fa fuori la letteratura e la cultura in sé, triturando tutto, mancando una corretta posizione su concetti come creatività artistica, ben differente da quella di uno come Edison o altri imprenditori-inventori: ad esempio, molti grandi musicisti sono per nascita dotati di Orecchio Assoluto, una proprietà del cervello da cui discendono una serie di abilità che difficilmente possono essere ugluagliate da chi non lo possiede e questo è un fatto genetico, ossia si nasce con tale caratteristica.
Anche abilità con i numeri, o con gli oggetti, o con le lettere sono spesso legate a tratti innati, per quanto poi influenzati e di molto dall'ambiente.
Insomma, puoi andare da Baricco per anni, e non riuscire che a scrivere un mediocre romanzo, mentre altri, assai dotati o iperdotati (vedi ad es. Basquiat), senza grandi nozioni, riescono a scrivere o a dipingere in modo attraente e significativo.
Ma quello che poi realmente conta, per un artista, è la sua sensibilità, la capacità di vivere e riflettere emozioni dentro un determinato contesto artistico. Questo è l'aspetto fondamentale che rende un artista veramente tale e non un fenomeno da baraccone o una macchina macina soldi. E se poi a questo orientamento emozionale, si unisce la creatività e la tecnica e abilità innata, si configura un artista in grado di resistere all'urto del tempo, una figura che non sarà cancellata dal mercato dopo una ventina di anni, nelle migliori e più rosee previsioni, per non dire dopo pochi anni.